
Ciò che neghi, ti sottomette. Ciò che accetti, ti trasforma CG Jung
Ho pianto quando le luci erano ancora accese. Tardavano a spegnerle. Qualcuno è corso fuori a dire che cazzo. Spegnete sta roba.
Meno male. Perché quando piango, piango e basta.
In attesa di Ansia. Perché tutti abbiamo l’ansia. Si. Tutti proviamo stress. Disgusto, rabbia, gioia. Ma Ansia fa più paura. Perché è forma subdola e sottile. Perché devia, travia, fa sudare. Fa finire davvero in quel vortice di pensieri immagini parole libri auto viaggi fogli di giornale. E sarebbe bellissimo che tutto accadesse in modo semplice con un abbraccio facile per fermare il frullatore.
Non sempre. Ma a volte accade.
Ma ho pianto per altro.
Per la potenza semplice di quattro immagini che spiegano il senso del sè.
Sta lì la potenza di come un ricordo di un vissuto forma il chi siamo. Ci ho messo anni a capire e dare forma con immagini alle parole lette, studiate e sudate sui libri. Ed è un albero anche nella mia mente. È sempre stato un albero. Però che cazzo Disney. In 4 minuti hai fatto quello che la mia testa ha fatto e continua a fare da tempo immemore.
Ti ringrazio per le lacrime.
Così nasciamo noi. Parole e momenti che diventano ricordi che si trasformano in radici alla base del nostro io. Che formano rami forti e deboli. Mappe mentali di quello che siamo che ci guidano nel mondo fortificando e a volte strappando quel senso del sé che ondeggia di continuo.
Grazie Disney. E Pixar. Grazie per la potenza delle vostre immagini. Grazie perché non ci sono altri commenti da fare. Da vedere. Piangere. Ridere. Capire.
