#pensieriallacaffeina

Cosa hai fatto quest’estate? Ho fatto sopravvivere il basilico

Non c’è che una stagione: l’estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L’autunno la ricorda, l’inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla. Ennio Flaiano

Le stagioni influenzano l’umore. Non in modo uguale per tutti. Non in modo patologico per tutti. C’è chi abbassa notevolmente le sue capacità in estate, chi in inverno, in un’altalena del genere umano che diventa quell’onda violenta dell’Acquafan dove pelle e sudore vengono spinti inermi in una gigantesca massa trasparente.

Ma se possiamo non performare durante l’inverno, tra sci e mare proibito, dobbiamo in estate. Dobbiamo dire in pubblico quante città abbiamo visto. Quanto cibo abbiamo assaggiato. Quanto abbiamo sudato per parcheggiare o parlare in una lingua ignota. Pressione sociale. Pressione social.

Dobbiamo essere abbronzati. Dobbiamo essere magri. Dobbiamo essere belli e dobbiamo girare il mondo.

Io salvo il basilico. Facile farlo quando fuori il sole non corrode l’asfalto. Quando l’afa non invade le vie respiratorie e non brucia i polmoni. Ma è quando il gioco si fa duro che il basilico può morire.

Ed è facile prenotare un biglietto aereo e scappare altrove, ma salvare il basilico no. Subito appare bello e felice nel suo vaso. Ma dopo poco, smette di esser bello. Diventa impegnativo. Devi dosare acqua luce gas libri auto viaggi e fogli di giornale. E salvare il basilico è quel che serve dell’estate.

Fuori da ogni metafora. Lontano dal pesto fatto senza nocciole e altre schifezze, le vacanze, il tempo vuoto, è il tempo per prendersi cura di se. Di quel basilico fragile e delicato. Per capire dove e cosa si vuole essere. E anche dove si vive e non solo si sopravvive, in attesa di un po’ di acqua o di un paio di nuvole passeggere.

Le ferie, le vacanze, l’origine perfetta del significato e la perdita completa e svuotante fatta di foto e di ora tocca a te su Instagram. Riprendiamoci il tempo. Quello della cura. Della pazienza. Della clinica su se stessi.

Dove sei andato quest’estate? In un viaggio dentro di me. Portando a spasso il corpo intriso di mente in luoghi meravigliosi. Siano essi stati la camera da letto, il divano, la punta più estrema di un mondo rotondo.

Vacanza. Essere liberi.

Riprendiamoci il senso della vacanza. Salviamo il basilico.

Ovunque tu abbia passato le tue vacanze, fosse anche in ufficio a pregare per un pinguino più potente, qualcosa è accaduto. Qualcosa è cambiato.