#pensieriallacaffeina

Ho detto no.

Qual è stata l’ultima volta che hai assunto un rischio? Com’è andata?

Due lettere. Che hanno un potere immenso. Perché sono una matita che disegna intorno a noi i confini. Il chi sono, cosa voglio, cosa amo e come lo amo.

Dire no è rischioso. Perché si perdono costantemente persone intorno a noi che vogliono sentire sempre il nostro si.

Bisogno di piacere. Bisogno di valere. Bisogno di contare per qualcuno. E se dico no, lo perdo. Così mi annullo, non mi ascolto, cerco nelle parole e nei gesti dell’altro quello che può far piacere. E non è un altro a caso. È un altro importante. Qualcuno che vale, che conta, da cui dipendo. E mi strutturo in qualcosa che non sono io. Lascio la matita agli altri. Che mi disegnino pure.

Si, perché si parte da uno e poi diventano nessuno e centomila. Sempre altri a disegnare i miei confini. E il mio vero io, di quello me ne fotto. Non lo ascolto. Lo ignoro. Costantemente. Ma c’è, segreto e nascosto sotto milioni di “si”. Urla in qualche modo la sua presenza. Forte. Fortissimo.

E se ascolto quel sussurro che arriva dal mio profondo, dalle interiora, dalla pelle, mi ritrovo.

Il gesto eroico, per chi funziona così, e non siamo tutti uguali, è il primo no. Quello che funziona. Quello che mi definisce. Quello che mi fa sentire.

Li comincia la salita. Che fantastica storia la vita.

Il primo importante della nostra vita, è il caregiver. Ma nella vita ci sono Altri importanti. Quando un Altro importante per noi, è incostante nel nostro bisogno di amore, crediamo di non andare bene. E ci adattiamo alle sue richieste per non perderlo. Perché è un bisogno l’Amore. Fondante. Fondente. Ma anche diffuso. L’amore è ovunque. Ha tante forme.

Se penso all’Amore, forse credo anche in Dio.

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